Muffe in casa: una su tre soffre di umidità
12 Novembre 2014 - Inquinanti e salute - Nessun commento
La comparsa delle muffe è il primo sintomo di un ambiente malsano, dove l’umidità supera il 65% e la temperatura non scende mai sotto i 14 gradi. Le muffe sono colonie di batteri che alla lunga possono indurre diverse forme di allergie e asma.
È un nemico subdolo che solo di recente è stato inserito nel dizionario delle principali sorgenti di inquinamento interno in case, scuole e uffici.
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Dati della ricerca sulle muffe
In Italia, secondo una recente ricerca della SIAAIC, Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica, una casa su tre soffrirebbe del problema delle muffe. Una quota non indifferente del patrimonio edilizio nazionale che i cambiamenti climatici sembrano aver moltiplicato.
Secondo gli esperti del SIAAIC i ripetuti fenomeni alluvionali di questi ultimi anni hanno aumentato la concentrazione di umidità nelle case e negli ambienti interni provocando un’impennata nell’incidenza di patologie respiratorie, anche di natura allergica.
La ricerca ha poi confermato come asma e altre patologie respiratorie sono più frequenti dal 30 al 50% in chi vive in case umide.
Le cause principali di umidità
Ci sono diversi fattori che concorrono a peggiorare l’aria di casa. Prima di tutto le muffe provocate dall’umidità.
Le muffe rilasciano inquinanti come le micotossine, alcune delle quali sono fortemente irritanti e cancerogene per i polmoni. Dalla nostra respirazione, invece, arriva anidride carbonica.
Eccesso di vapore
Dopo quattro ore di permanenza di due persone in una stanza matrimoniale con la porta chiusa, il livello di UR interna sale dal 50 al 90%!
Se a questo associamo: il mutato stile di vita delle persone, la presenza di finestre ad elevata tenuta e il fatto che generiamo umidità non solo con il nostro metabolismo, ma anche cucinando, lavandoci, pulendo i pavimenti, ecc. è molto facile comprendere come l’eccesso di vapore non sia adeguatamente smaltito dal nostro alloggio.
Come conseguenza esso va a condensare nei punti più freddi di un’abitazione, come ad esempio gli angoli di pareti esposte verso l’esterno oppure dietro agli armadi.
Come evitare la brutta sorpresa delle muffe nella propria casa
Prima di tutto è essenziale che l’utente sappia realizzare una conduzione corretta dell’alloggio (ad esempio non stendere in casa) e che arieggi solo per brevi periodi di tempo. Arieggiare casa a lungo comporterebbe un eccessivo raffreddamento delle superfici murarie interne con l’effetto di accelerare la formazione delle muffe sulle pareti.
In secondo luogo è fondamentale capire che l’apertura delle finestre in inverno comporta un grande sperpero di calore che invece è limitato al minimo indispensabile se si utilizzano tecniche di ventilazione meccanica degli ambienti.
Ricambiare l’aria per rimuovere le muffe dalle pareti
La soluzione più valida per eliminare le muffe è un costante ricambio d’aria negli ambienti, spesso non garantito dalla ventilazione naturale e che esige una tecnologia che “scientificamente” introduca aria nuova e buona negli spazi in cui si spende la maggior parte del nostro tempo.
Quello che genera discomfort e sperpero di energia è l’apertura di una finestra in inverno. Per garantire la medesima qualità dell’aria ottenibile mediante un impianto, l’utente dovrebbe aerare più volte al giorno, ma, in inverno, questo genera una brusca fuoriuscita di calore verso l’esterno ed inevitabili correnti d’aria anche solo per un minuto.
Le muffe purtroppo rimangono perché aprendo i serramenti ripetutamente i muri interni si raffreddano e costituiscono l’ambiente ideale per la proliferazione dei miceti non appena sale la concentrazione di vapore all’interno.
Ecco quindi che il vero segreto per una buon ricambio dell’aria in una abitazione, quando essa è ben sigillata grazie alla presenza di serramenti a tenuta, è la ventilazione controllata che agisce costantemente ed impercettibilmente. Non si tratta del vecchio e caro amico “spiffero“, poiché quello, pur essendo continuativo, poteva diventare molto, molto fastidioso.
La VMC per tenere sotto controllo l’umidità e ridurre la muffa
La ventilazione meccanica degli alloggi se ne parla a livello mondiale da oltre 50 anni, ma in Italia è ancora un po’ sconosciuta, nonostante esistano varie tecnologie per avere un tasso di umidità ideale in casa.
Il tempo di ritorno dell’investimento – indipendentemente dal tipo di apparecchiatura adottato – è sostanzialmente nullo se si considera che la salubrità dell’aria interna ed il tutelare la propria salute “non hanno prezzo“.
Il costo di installazione di un sistema “base” è sicuramente inferiore al costo di ritinteggiatura del proprio appartamento compromesso dalle muffe.
A livello internazionale si dice “build tight, ventilate right“.
Cioè: per risparmiare energia occorre isolare molto bene gli edifici, renderli “ermetici” per evitare spifferi incontrollati ed operare una ventilazione “corretta”: non troppa, non poca, ma solo nella giusta quantità e solo quando serve, per l’appunto “right”.
Ecco a quanto corrisponde la corretta ventilazione.