Le piante da appartamento depurano l’aria? La scienza dice di no
30 Agosto 2019 - News - 2 commenti
È bello avere del verde in casa: le piante nelle abitazioni arredano, mettono di buon umore e portano un po’ di natura in casa, però non purificano l’aria che respiriamo.
Neppure se sono tante, e comunque non in modo significativo: è che sono in netta minoranza rispetto alle possibili fonti inquinanti.
La scienza è piuttosto chiara su quest’aspetto: se beneficio c’è, è quasi impercettibile vista la densità di possibili inquinanti presenti nelle nostre case.
Un articolo pubblicato sull’Atlantic fa scricchiolare le convinzioni di un esercito di pollici verdi influenzati da Bill Wolverton, uno scienziato della NASA che, alla fine degli anni ’80, pubblicò un proprio studio che analizzava l’impatto delle piante domestiche nell’abbattimento dei composti organici volatili (VOCs) presenti negli ambienti chiusi.
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Cosa sono i VOCs
Sono molecole che si sollevano regolarmente da pitture e rivestimenti, smalti per le unghie, shampoo, e da qualunque cosa abbia un odore o un profumo. Diversamente da altri inquinanti come il particolato atmosferico, i composti organici volatili non vengono catturati dai comuni filtri dell’aria, quelli utilizzatinei comuni purificatori d’aria, per capirci.
Il problema aumenta esponenzialmente nelle case di nuova costruzione che, per ottenere significativi risparmi energetici, sono molto più “sigillate”: i VOCs si accumulano di più.
Tornando a Wolverton, egli attestò che le piante erano in grado di rimuovere i VOC dall’ambiente ermeticamente isolato di un laboratorio. Ma una casa è un’altra cosa: ci sono finestre e porte aperte, ingressi e perdite di aria, e soprattutto, ci sono un sacco di superfici da cui i VOC vengono liberati.
Era il 1989 e ancora non si conosceva bene la sindrome dell’edificio malato.
Sindrome dell’edificio malato (Sick Building Syndrome) e risparmio energetico
A seguito della crisi energetica degli anni 70, il modo di costruire le nuove abitazioni iniziò a cambiare per dare massimo spazio al concetto di risparmio energetico. Risparmiare energia ha significato anche accrescere i processi di ricircolo dell’aria negli impianti di riscaldamento, di ventilazione e dell’aria condizionata.
All’epoca non si conosceva ancora bene il complesso processo del corretto ricambio d’aria tramite VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), i sistemi di ricircolo dell’aria erano piuttosto rudimentali e finivano con il favorire la proliferazione di agenti patogeni ed inquinanti.
Finché non si scoprì che, in alcuni edifici, gli abitanti manifestavano una più alta prevalenza di una peculiare sintomatologia rispetto alla popolazione generale. Si ammalavano perché era l’edificio stesso ad essere malato, in quanto non correttamente ventilato.
Da allora la ricerca ha fatto enormi passi avanti e la moderna VMC (quella seria) è in grado di garantire un ottimo comfort abitativo, anche senza aprire le finestre.
Perché le piante non migliorano l’aria di casa
Che le piante nelle case possano poco contro l’inquinamento domestico da ozono l’ha dichiarato in un suo studio anche Elliott Gall, professore della Portland State University ,«Se i livelli di ozono nella vostra casa fossero di 30 parti per miliardo, con le piante che purificano l’aria si potrebbero ridurre a qualcosa come 29,7 parti per miliardo».
Il problema sta nella concorrenza. Se proviamo a confrontare la superficie occupata dalle piante da interno che purificano l’aria con quella di tutti gli altri oggetti possibili fonti di inquinanti, o attrattori di inquinanti atmosferici – pareti, mobili cuscini, bombolette spray – si nota come quella delle piante sia semplicemente insufficiente.
Per iniziare a ridurre marginalmente l’ozono domestico, servirebbe almeno una pianta ogni 1,8 metri quadrati di superficie. Ma così aumenterebbe l’umidità domestica e si creerebbero altri, più pressanti problemi.
Morale? Arredate la vostra casa con le piante se ciò migliora il vostro umore ma, per respirare bene e depurare l’aria, assicuratevi il corretto ricambio d’aria, scegliendo un impianto di Ventilazione Meccanica Controllata, soprattutto se abitate in una zona inquinata.
Andrea
3 Settembre 2019 @ 15:54
Non sono d’accordo, perchè ho dati scientifici che dicono il contrario… ci sono poi numerosi esperimenti fatti da famosissimi acrchitetti USA che usano le piante per depurare ambienti di varia natura…
Non sono d’accordo sulla vostra notizia, ecco, quel “no” categorico secondo me (dati alla mano) è tendenzioso… state dicendo che la natura non concorre al miglioramento dell’aria indoor, che può essere migliorata solo con VMC… non è corretto!
Thesan
13 Settembre 2019 @ 09:05
Gentile Sig. Andrea La ringraziamo per il suo interesse.
Il nostro articolo fa riferimento agli studi di Elliott Gall.
Il tema della qualità dell’aria è relativamente recente, esistono molti studi diversi sulla materia e – come tutti i temi che balzano all’attenzione della cittadinanza – convivono diverse scuole di pensiero.
Noi studiamo da otre 10 anni il problema della qualità dell’aria indoor e sappiamo bene che – anche se le piante possono dare un indubbio contributo positivo – garantire risultati tangibili sull’aria indoor richiede sforzi ben maggiori, anche perché aumenta il numero e la composizione degli inquinanti.
Ed è in questo senso che continuamo ad operare, misurando i risultati ottenuti.
Continui a seguirci: ci fa piacere averla tra i nostri lettori.