La fuliggine che oscura la nostra salute
16 Aprile 2014 - Inquinanti e salute - Nessun commento
Una serata d’inverno, qualche fiocco di neve fuori dalle finestre e il bagliore caldo e accogliente di un camino acceso. Un quadro da favola, non c’è che dire, e credeteci: faremmo di tutto per non rovinarvi la poesia. Ma è bene sapere che mai come in questo caso non è tutto oro quello che luccica.
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Da dove deriva il significato della fuliggine
Tutte le favole, si sa, hanno un mostro cattivo: in questo caso si chiama “particolato carbonioso”. È una polvere nera – essenzialmente carbonio incombusto e altri composti in percentuale minore – che nasce come sottoprodotto della combustione di qualunque sostanza organica, come la legna ad esempio. I nostri nonni lo chiamavano semplicemente fuliggine o “nerofumo”, ed è quasi impossibile non trovarlo nelle case in cui c’è un camino o una stufa.
Questa sostanza si forma infatti quando la temperatura di fiamma non è molto elevata, oppure se l’ossigeno a disposizione non basta a completare la combustione. In breve, è un prodotto indesiderato della bruciatura: non dovrebbe esserci, soprattutto per importanti ragioni ambientali e per la nostra salute.
Oltre ad essere un forte agente inquinante, infatti, il particolato carbonioso porta con sé numerosi composti dannosi per l’apparato respiratorio.
Fuliggine cancerogena: cosa dice l’Europa
Secondo l’EnVIE Report dell’Unione Europea, le particelle da combustione presenti nell’aria confinata, ossia in ambienti chiusi come le nostre abitazioni, sono responsabili di circa la metà delle malattie polmonari: fino al’8 dell’asma, circa il 10% della COPD (malattia cronica di ostruzione polmonare) e il 20% dei tumori ai polmoni. Dati allarmanti, che mettono sotto tutt’altra luce il nostro bel camino acceso.
Tutti gli studi sull’inquinamento indoor, condotti sia nei paesi in via di sviluppo che in quelli industrializzati, evidenziano aspetti comuni: la combustione della legna produce inevitabilmente numerosi composti tossici e polveri fini e ultrafini, la cui quantità dipende dal tipo di legna, dalle tecniche di combustione e dalle tecnologie utilizzate per l’abbattimento dei fumi.
È provato, ad esempio, che stufe che consentono una più alta temperatura di fiamma, e che hanno una camera di combustione chiusa collegata alla canna fumaria, offrono molte più garanzie rispetto ai camini aperti o alle tipiche “cucine economiche” che si trovano in molte case delle nostre campagne.
Inoltre è fondamentale bruciare solo legna da ardere, non scarti impregnati di vernici o altri avanzi di legna trattata, pensati per usi differenti. Un buon tiraggio del camino è poi importante, così come un sistema di filtraggio adeguato, che sappia limitare la dispersione delle particelle nell’aria.
Fuliggine: come eliminarla
È fondamentale consentire all’ambiente in cui viviamo di “respirare”, favorendo il ricambio costante dell’aria e lasciando fuoriuscire i fumi che inevitabilmente si accumulano nel locale.
Da questo punto di vista, la gamma VMC di Aircare offre la soluzione più semplice e immediata, consentendo un continuo ricambio d’aria, notte e giorno, anche mentre non siamo in casa, e contribuendo a mantenere gli agenti inquinanti interni sotto il livello di guardia. Con il suo sistema di scambio meccanizzato fa gradualmente uscire l’aria interna, che si porta con sé le eventuali microparticelle dannose libere e lascia entrare l’aria esterna dopo averla filtrata.
Aria pulita in cambio di fumi, fuliggine e polveri sottili, e tutto questo senza dover aprire le finestre. Se la nostra stufa è accesa, infatti, è molto probabile che fuori faccia piuttosto freddo e che aerare i locali per decine di minuti abbasserebbe di molto la temperatura interna, costringendoci a mettere più legna nel camino. Aircare invece funziona in modo autonomo come un organo vitale per la nostra casa, consentendo una qualità dell’aria e un comfort termico sempre ottimali.
Ad accorgersene saranno per primi i nostri polmoni, che potranno godere di aria sempre pura anche in ambienti chiusi, e in tutte le stagioni.